LIB. S.C. 1986/88

1986/87

Ma l’estate del 1986 non fu tutta rose e fiori. Infatti, oltre a Giulio Di Toro, che non ha alcuna intenzione di ritornare a Catania, si accoppia il capitano della squadra Massimo Smario che, allettato dalle offerte della Iuculano Agrigento, neopromossa in A2, cerca di ottenere lo svincolo definitivo. Ma stavolta la Federazione è con la Libertas San Cristoforo e lo dimostrerà. A Giulio, che intanto dovrebbe fare il servizio militare presso la compagnia atleti di Bologna e quindi dovrebbe essere messo a disposizione della società dal giovedì sera alla domenica, viene fatto capire che solo alla società spetterà un’eventuale cessione dell’atleta, costringendolo quindi a tornare a Catania, mentre la richiesta di Massimo viene respinta. In ogni caso i “veleni” dell’estate creeranno le premesse per la “rottura” dell’anno prossimo. La squadra si rinforza con gli innesti di Marco Altese, Enrico Escher e Salvo Tomarchio.Il campionato inizia senza Di Toro e Smario (le decisioni federali arriveranno dopo) ma con due vittorie abbastanza nette. Alla terza giornata la San Cristoforo deve incontrare il Marcianise, anch’esso a punteggio pieno. E qui occorre fare una premessa.
Era il primo anno in cui “esplodeva” la battuta in salto, fino ad allora quasi sconosciuta, e la nostra quadra la utilizzava al massimo e con ottimi risultati. L’arbitro della gara, il signor Mongioì, un catanese trapiantato a Roma, sconosceva la regola e nei primi due set (persi a 12 e 10), ci massacrò fischiando innumerevoli e inesistenti falli.A lui non interessava il punto di stacco del battitore, ma riteneva che la palla dovesse essere colpita al di fuori del campo di gioco: inizialmente pensammo che   vedesse male lo stacco del battitore e soltanto in un secondo tempo, dopo innumerevoli proteste del nostro capitano Piero D’Angelo ci spiegò la sua interpretazione, completamente errata, della norma. A nulla valsero i consigli del siracusano Fichera, suo secondo, e dei numerosi arbitri nazionali presenti. Noi continuammo a giocare, pur presentando reclamo, ma solo dal terzo set in poi l’arbitraggio rientrò nella norma. Il terzo set, vinto 15-1 ed il quarto, vinto 15-9, furono delle passeggiate, ma al quinto set, sul 9-4 per noi, ci fu il crollo: perdemmo 15-11 e quindi 3-2.
Il reclamo fu respinto in prima istanza, ma la C.A.F., dopo un’eccezionale difesa del sottoscritto e per la prima volta nella storia della Federazione pallavolo, ribaltò il tutto ed ordinò la ripetizione della gara, che vincemmo 3-1, concludendo il girone d’andata al primo posto. Il ritorno a Marcianise avvenne avvenne tre settimane dopo e fu drammatico. Dovemmo alloggiare fuori dal paese ed arrivammo al campo di gioco scortati dalla polizia.Giocammo in una palestra con il pubblico a ridosso che spostava sistematicamente le transenne del fondocampo per ridurre la  nostra zona di battuta e quindi impedirci di battere in salto, sputi come se piovesse ed intimidazioni varie con un arbitro (Pala di Oristano) incapace di imporsi e che aspettava solo la fine della partita con una nostra sconfitta per evitare ulteriori incidenti: cosa che avvenne regolarmente e perdemmo 3-1. Era la 14a giornata (su 22) e ci trovammo a pari punti col Marcianise ma con un peggior quoziente set.Fino alla 19a giornata non accadde nulla tranne un peggioramento del nostro quoziente set. Alla 20a  giornata la San Cristoforo andava ad Avellino, fanalino di coda, mentre il Marcianise giocava a Catania con la Coordiner, allenata da Francesco Pistorio,  3a  in classifica ma senza alcuna speranza di promozione. Noi vincemmo tranquillamente e ci trasferimmo alla stazione di Napoli per ritornare in sede.
La partita Coordiner-Marcianise iniziava dopo e per noi era l’ultima speranza. Siamo nel 1987, i cellulari non erano stati ancora inventati e non esistevano neanche le schede telefoniche: ci procurammo quindi il maggior numero possibile di gettoni telefonici e di monete, per telefonare al palazzetto di Catania e sapere come stava andando. La Coordiner, in vantaggio 2-0, stava vincendo il 3° 11-4: sembrava fatta ma a quel punto ci fu il crollo. Il Marcianise vinse il set 15-11 ed il successivo 15-8, si andava al 5° set. Cominciava il set decisivo. Raccogliemmo, anche elemosinando, il maggior numero di monete e cominciò il collegamento in diretta col palazzetto, con l’impiegato addetto che si spostava avanti e indietro (il telefono si trovava distante dal campo di gioco) per aggiornarci. Il 5° set fu vinto dalla Coordiner per 15-6 e per noi fu l’apoteosi. Corremmo il rischio di essere arrestati, tale fu il casino che mettemmo su alla stazione di Napoli con le persone che ci guardavano “stranizzate” prendendoci per ubriachi o pazzi. Le ultime due partite furono una passeggiata: ancora una volta si arrivava in A/2. Subito dopo, a completamento di una stagione esaltante, la San Cristoforo partecipava alla fase finale di Coppa di Lega ma, priva di Giulio Di Toro squalificato, si classificava al 3° posto.

8688_1Italo Rapisarda (all.)- Giulio Di Toro – Marco Arcidiacono – Massimo Smario – Mauro Licciardello _ Giuseppe Lamendola – Pippo Arcidiacono – Ignazio Barchitta – Piero Seminara – acc.: Marco Altese – Piero Latella – Paolo Mollica – Michele Di Toro – Piero D’Angelo – Alessandro Maccarrone

Oggi 2 gennaio 2007 ho deciso di ripartire con l’aggiornamento del sito, tenendo presente che a distanza di 20 anni i ricordi sono abbastanza lontani e che quindi qualche ricostruzione può essere inesatta. Se qualcuno di coloro che ha vissuto quel periodo nota qualche inesattezza è pregato di farmelo notare, allo scopo di fare le correzioni necessarie.

A livello giovanile la Società continua il suo lavoro: con una squadra Under 15 (nati nel 1972) vince facilmente le finale provinciale
e interprovinciale Under 16, ma alla finale regionale, dopo una vera battaglia, perde contro la Delta Enna. Soltanto dopo si scoprirà che la società vincente aveva almeno due atleti del 1970 (e quindi fuori età): sarà eliminata dall’Eudecor Salerno, ma intanto noi eravamo rimasti fregati.
La rosa: Alessandro Arena, Fabio Desiderio, Massimo Desiderio, Giuseppe Grasso, Piero Latella, Giò Privitera, Davide Silvestri (proveniente dalla Puntese).

La PRIMA DIVISIONE (quelli dell’Under 16 + Michele Di Toro, Paolo Mollica e Mario Stella) viene promossa in Serie D. Ed intanto Marco Arcidiacono viene convocato in Nazionale Iuniores.

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1987/88

L’anno della A/2 parte alla grande: per prima cosa si trova un ottimo sponsor: “LE MESSAGGERIE”, una ditta di trasporti ed un ottimo dirigente: Leopoldo

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Mattina, e quindi si parte per la campagna acquisti. Giulio Di Toro va, secondo i suoi desideri, all’Antares Vittorio Veneto che diventerà poi Sisley Treviso, e vanno via anche Salvo Tomarchio e Marco Arcidiacono. Come alzatori si trattano l’argentino Jorge Cannestracci e il nazionale spagnolo Javier Dios, ma alla fine arriverà il brasiliano Andrè Zaccaron.

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Come schiacciatori si cercano: Maurizio Bellia (palermitano della Ionica Agrumi di RC), che prima si impegna e poi dà forfait, Orlando Sottilaro della stessa società, Giorgio Baldi del DI.PO. Vimercate, Davide Zannini ed il sempre desiderato Antonio Scilipoti, ma in realtà nessuno di questi arriva. Alla fine arriveranno Cesare Trifilò, da me già allenato in passato, e, colpo veramente grosso per la società, Louis Laudonio della Iuculano Opel Agrigento.

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Prima di iniziare la preparazione la Società presenta alla stampa lo sponsor e gli atleti.

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La preparazione inizia, come al solito, anche se a ranghi incompleti, al boschetto della Plaia il 20 di agosto: si parte con 6 allenamenti settimanali e si continua, dalla seconda settimana, con 9 allenamenti, alternando anche pesi ad allenamenti tecnici in palestra. L’11 settembre si va in ritiro a Morbegno, in provincia di Sondrio, grazie anche alla collaborazione ed all’aiuto del prof. Bruno Feltri.

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A Morbegno oltre che continuare la preparazione, si disputano alcune amichevoli.

Sin dall’inizio i rapporti con la prima squadra non sono molto fluidi: i miei metodi non vengono più facilmente digeriti.Ma mentre alla fine la spuntavo sempre io, ora è tutto più difficile. Zaccaron si adatta abbastanza facilmente, ma Laudonio, atleta capace e di forte personalità, subisce in maniera negativa i miei ritmi e i miei metodi di lavoro. I problemi covano sotto la cenere, ma molti atleti cominciano a farsi convincere che probabilmente io non sono la persona adatta a guidare la squadra.

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Il campionato parte bene con un netto 3-1 alla Sestese. Poi una secca sconfitta (3-0) a Spoleto contro l’Olio Venturi di Carmelo Pittera.

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A quel punto si parla di riscatto.

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E invece…

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Ma dopo ogni caduta bisogna avere il coraggio di rialzarsi. E quindi si riparte di nuovo.

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