PALLAVOLO

1963-64 CAST

L’esperienza negativa del 1962/63 mi costrinse a cambiare registro. In quegli anni la pallavolo si faceva nelle scuole abbastanza seriamente, ed erano le società sportive che si rivolgevano agli insegnanti di Educazione Fisica per i loro vivai.
Il liceo CUTELLI era un fornitore molto valido, ed approfittando del fatto che molti studenti componenti la squadra erano anche tesserati con la IULIA DALMATIA del prof. Stelio De Vidovich, e che il suddetto non aveva la forza economica per mantenere una seconda squadra, tesserammo tutti quanti in blocco alla C.A.S.T.
Anche per la pallavolo, come per il calcio giovanile, il vincolo era annuale e scadeva alla fine dell’anno sportivo. Nel 1963/64 partecipammo a tre campionati: C.S.I. Allievi e Iuniores e Promozione F.I.P.A.V.
Nel C.S.I. vincemmo i due titoli provinciali, qualificandoci per le finali regionali. I regionali si svolgevano a Messina una domenica mattina. Per arrivarci, non esistendo ancora l’autostrada, occorrevano quasi tre ore: passammo la notte in casa di un giocatore, in attesa anche delle tute che ci vennero consegnate alle prime ore del mattino, da una sarta che fece “la nottata” per noi. Erano tute di un rosso spaventoso, felpate all’interno, che facevano diventare rosso tutto quello che c’era sotto, ma per noi erano eccezionalmente belle e poi era anche la prima trasferta della nostra vita, con pranzo a sacco e niente soldi per bar e ristoranti vari. Arrivammo secondi con gli Iuniores (dietro la Sant’Angelo ME) e terzi negli Allievi e fummo eliminati.

cast 2Mancammo anche la promozione nel campionato F.I.P.A.V. Fu in ogni caso una bella esperienza, specialmente per un allenatore come me probabilmente unico al mondo: gli atleti della mia squadra capivano di pallavolo molto più di me.
Nel 1964, alla fine dei campionati, il prof. LUCIANO ABRAMO, l’unico bravo allenatore che avevamo a Catania, decise che era opportuno creare una squadra Iuniores nel C.U.S.: convinse quindi Elio Motta e Antonio Garraffo, due dei miei atleti, a passare con lui e loro si portarono dietro quasi tutta la squadra.
A quei tempi non si davano soldi agli atleti per trasferirsi: per convincerli bastò promettere loro le scarpette, le divise, le tute nuove (tutte cose che noi non potevamo dare) e, dulcis in fundo, le trasferte a Palermo in aereo (come non esisteva l’autostrada Catania – Messina, non esisteva neanche la Catania – Palermo ed il tempo di percorrenza era superiore a cinque ore. Andare quindi in aereo era il top).
A quel punto io mi trovai senza squadra (rimasero solo Turi Salerno e Silvio Risicato) ed anche senza società perché la C.A.S.T aveva deciso di abbandonare. Mi venne incontro ENRICO BELLONI e la STELLA AZZURRA diventò anche una società di pallavolo, ma mancavano gli atleti.La scuola avversaria per antonomasia del Cutelli era il liceo SPEDALIERI con atleti in quel momento non tesserati federalmente. Proposi loro il tesseramento con la STELLA AZZURRA e loro accettarono. Altri ragazzi li prendemmo al CUTELLI, erano giovani e con molta buona volontà. Potevamo ricominciare. Iniziava l’anno 1964/65

 PALL_1 Silvio Risicato – Massimo Viaggi – Andrea Di Gregorio – Piero Garofalo – Italo Rapisarda
Acc.: Carlo Giunta – Turi Salerno – Sergio Ulini – Toni Grancagnolo

PALL_2SQUADRA IUNIORES CSI  –  Piero Sciotto – ????????? – Massimo Viaggi – Sergi Ulini – ???????? – Turi Salerno
Acc.: Giovanni Pisani – Toni Grancagnolo – Ugo Giunta – ?????? – Carlo Giunta

Nel 1964/65 partecipammo  al campionato di promozione e fummo promossi in serie C regionale.

PALL_3Di Gregorio – Borgia – Viaggi – Faro – Giunta C. – Ulini
Acc.: Giunta U. –  Grancagnolo – Pisani

Nell’estate del 1965 avvenne un’ulteriore svolta: Il mio lavoro di geometra procedeva abbastanza bene, lo stipendio era abbastanza alto, e spesso scattavano anche gli straordinari.
Ma il problema erano gli allenamenti. L’ingegnere mi tratteneva in impresa più del dovuto e spesso arrivavo in palestra in ritardo, con i ragazzi che litigavano tra loro e con una situazione insostenibile.
Gli allenamenti si svolgevano presso la palestra XXIV Maggio in via Teatro Greco, dove il custode era il Sig. Domenico Vinciguerra, che era diventato anche un grande appassionato di pallavolo.
Il figlio Paolo, alzatore del CUS di Luciano Abramo, l’anno prima aveva deciso di iscriversi all’ISEF ed il padre cercò in tutti i modi di convincermi a fare il grande passo. Entrare a Roma era impossibile per un atleta scadente come me, rimaneva quindi Palermo, che scartai subito perché troppo vicina e  quindi sarei tornato spesso a casa con nocumento per gli studi, e Bologna, dove c’era anche Paolo, dove veniva privilegiata la teoria e che, in quei tempi, era la “culla” della pallavolo.Il problema erano i soldi. Mio padre, con un solo stipendio di collaboratore di biblioteca, una moglie, altri due figli più piccoli ed una casa affittata mi disse chiaramente che non avrebbe potuto darmi una lira e che avrei dovuto sbrigarmela da solo (tra l’altro era anche convinto che la mia scelta di fare l’insegnante di Educazione Fisica fosse dovuta al mio scarso amore per il lavoro). Avevo qualche risparmio da parte, vendetti la mia FIAT 500 CT 110385, e partii. Speravo studiando di prendere il presalario e quindi di avere i soldi per mantenermi negli anni a seguire, ma avevo fatto i conti senza l’oste. Assieme a me partì anche Pippo Caruso, dirigente della Stella Azzurra, con il quale affittammo una camera presso una famiglia, con una stufa a gas della prima guerra mondiale e il permesso di cucinare in camera.A pranzo andavamo in trattoria, mentre per la colazione e la cena facevamo noi la spesa, valutando se fosse opportuno o meno spendere dei soldi per comprare le buste di Idrolitina per fare l’acqua con “le bollicine”. Il bucato lo facevamo a mano, non disponendo di una lavatrice. Niente cinema, niente pizze, niente divertimenti, niente di niente. Solo frequenza tutti i giorni, spostamenti rigorosamente con l’autobus con qualsiasi condizione meteo, e poi cominciare da subito a studiare.
Prima di partire sistemai tutta l’attività pallavolistica passando le squadre ad Ignazio Messina, stilando i programmi di partecipazione ai campionati ed incaricando gli amici Enrico Belloni e Nando Russo di tenermi informato, con lettere settimanali non esistendo i cellulari e non avendo noi il telefono a casa. Si ritornava a Catania solo per le vacanze di Natale, in quanto sia per Pasqua che per carnevale la spesa del viaggio avrebbe superato la spesa del soggiorno ed io non me lo potevo permettere. Del 1965/66 non ho alcuna foto, ma disputammo la serie C, classificandoci ai primi posti, vincemmo il titolo regionale CSI Iuniores ed arrivammo secondi negli allievi Fipav. Alla fine del 1965 festeggiammo tutta l’attività, nella nostra sede di viale Vittorio Veneto.

PALL_4  Il Dott. Ignazio Marcoccio premia Massimo Viaggi

L’ISEF procedeva benissimo, nel mese di aprile del 1966 sospesi la frequenza e cominciai a studiare: 8.30/12.30 al mattino, poi pranzo e breve riposo, 15.00/19.00 il pomeriggio e la sera, dopo cena mi venivano a prendere ed andavo a ripetere con alcuni colleghi/e. Dovevo dare tutte le materie del primo anno nella sessione estiva in modo da evitare il ritorno  a Bologna prima dell’inizio del secondo anno e quindi stare a Catania il più possibile.

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Solo in due (su 700) riuscimmo a dare tutte le materie, io e Sigmar Troyer, un altoatesino che aveva le mie stesse esigenze. Per me il problema fu “istituzioni di diritto pubblico”, in quanto l’esame si doveva sostenere in base al numero del libretto e quindi il 18/7. Dovevo stare a Bologna venti giorni per aspettare un esame nel quale ero gia preparato. Contattai Nando Russo a Catania e quindi mi feci spedire un telegramma il 30/6: “Urge tua immediata presenza Catania  –  papà”. Con quel telegramma anticipai l’esame di 15 gg. con la promessa che l’esame stesso mi sarebbe stato registrato il 18/7, cosa che avvenne regolarmente. Potevo tornare a Catania e godermi l’estate.   

  

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